Un Maggio di Prestiti in Calo


A far fede ai dati appena comunicati da Confcommercio, e nonostante il comunicato positivo emesso recentemente dall'ABI, il settore del prestito in Italia non ha ancora finito di soffrire le pene della recessione.

In Maggio infatti i prestiti e finanziamenti a famiglie e imprese sarebbero in calo per un 1,2% in termini tendenziali e per uno 0,2% in termini congiunturali.
Sarebbe quindi la conferma di un andamento negativo che si era già registrato in Aprile e che aveva in un certo modo “raggelato” un effimero brivido di entusiasmo trapelato con il dato positivo (anche se solo un molto modesto +0,4%) visto a Marzo.

Pare insomma che, sino ad oggi, l'enorme azione di Quantitative Easing della Banca Centrale Europea abbia forse fatto più ricchi gli investitori in azioni che beneficiano dell'andamento dello Stock Market ma certo non aiutato quelle persone che si trovano alla ricerca di un prestito o quelle (piccole) imprese che necessitano di un finanziamento.

Ricordiamo che nel mese di Aprile il credito verso le imprese era in flessione per uno 0,2% in termini congiunturali e per un 1,5% su base annua.

Se i prestiti soffrono, le sofferenze gioiono visto che i livelli di sofferenze bancarie Italiane sono arrivate ad un punto tale che lo stesso Governo vorrebbe veder confluire molti di questi prestiti e finanziamenti “spazzatura” in una sorta di Bad Bank.
Inutile dire che “il piacere” della Bad Bank andrebbe probabilmente a ricadere sulle spalle dei troppo accomodanti contribuenti Italiani.
Per fortuna, per il momento almeno, l'Unione Europea avrebbe bloccato il progetto in quanto risulterebbe essere una specie di “Aiuto di Stato” e quindi contrario alle normative Europee.

Come spesso accade fa sorridere l'incompetenza di chi ci governa specie se paragonata a quanto viene fatto in altre Nazioni.
Proprio in questi giorni il Governo Inglese sta vendendo consistenti lotti di azioni nella Lloyds Bank generando profitti (per i maggiormente fortunati contribuenti Inglesi) di Miliardi di Euro.
Nel momento della crisi infatti il Governo Inglese aveva sì rinforzato le banche in difficoltà ma lo aveva fatto sia facendosi pagare salatamente per il disturbo e per le garanzie emesse sia acquisendo enormi lotti di azioni.
Azioni che oggi rivendono con grandi profitti.


Riccardo Senzaterra
Moderatamente Controcorrente
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Redazione – Prestito.it
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 - 2015-07-03 









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