Rapporto OCSE non incoraggia Prestiti Bancari



Il nuovo rapporto dell'OCSE dà atto che l'Italia ha compiuto importanti passi avanti nella difficile strada della stabilizzazione della situazione economica del paese.
Malgrado questo, tuttavia, lo stesso rapporto evidenzia quanto rimanga fragile la situazione nel settore bancario e quindi invita le Banche Italiane a rafforzare la propria posizione finanziaria e a "aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite le emissioni di nuove azioni o la cessione di attività non strategiche".

Un modo questo per dire chiaramente che la priorità va data alla conservazione delle risorse a scapito di quella che invece dovrebbe essere l'attività base delle banche, la concessione di prestiti e mutui.
E solo con la ripresa delle erogazioni di prestiti personali e di finanziamenti ad aziende si può ragionevolmente prevedere un ritorno verso quella ripresa economica che tutti dicono di volere ma che le istituzioni centrali tendono ancora oggi a discriminare.

Il rapporto OCSE comunque spende parole positive per gli sforzi fatti dall'Italia nel campo delle riforme strutturali.
Questa azione dovrebbe ridurre fortemente un possibile ulteriore rallentamento dell'economia e permettere al nostro paese una uscita dalla recessione in tempi brevi.
In questo ambito sarebbe utile promuovere ulteriori azioni come per esempio tagliare le tasse sul lavoro.
Anzi il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe avere una priorità maggiore rispetto ad altre azioni come il taglio o una ipotetica restituzione della famigerata tassa IMU, dice l'OCSE.

Sempre OCSE sostiene che in Italia in realtà non sarà possibile ridurre la tassazione nell'immediato futuro.
Unica alternativa potrebbe essere quella di allargare la base impositiva eliminando molte agevolazioni fiscali non strettamente necessarie.
Solo in questo modo si potrebbe poi pensare di abbassare alcune aliquote per tutti.

Intanto vengono ancora riviste al ribasso le stime del PIL per il corrrente 2013 con un deficit che l'OCSE vede salire al -1,5% dal precedente -1%.

OCSE ricorda anche che, come purtroppo tutti sappiamo, il fatto che il debito pubblico Italiano sia attorno al 130% del PIL causa non solo un pesante ed oneroso piano di ammortamento ma anche rende l'Italia estremamente debole finanziariamente e fortemente suscetibile alle continue variazioni di umore dei mercati finanziari internazionali.

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Redazione Prestito.it - 2013-05-02 









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