Quanti di noi avranno pensato durante la poco piacevole esperienza delle chiusure da Covid che, se non altro, si risparmiava. Visto che non si poteva uscire e spendere.
Infatti i risparmi degli Italiani sono aumentati sensibilmente durante quei due fatidici anni.
La vita tuttavia è sempre dura e difficile.
Non si riesce mai a gioire troppo a lungo e neppure a consolarsi con qualche positivo effetto secondario di una veramente brutta pandemia.
Infatti a risolvere tutto è subito arrivata l’inflazione.
Inflazione, qualcuno potrebbe dire.
Ma non giuravano tutti che sarebbe stata una cosuccia passeggera.
Un paio di mesi e poi via.
Lo diceva persino la potentissima Banca Centrale Europea che, pur orfana di Mario Draghi, dovrebbe comunque rimanere sempre alquanto attendibile.
Invece è arrivata proprio lei.
E altro che due per cento.
Adesso sembra quasi una buona notizia se si riesce a stare sotto il dieci per cento!
Secondo la Commissione Europea nel 2023 l’inflazione si manterrà sopra il sette per cento.
Solo nel 2024 dovrebbe ritornare sotto il quattro per cento.
Ma le previsioni di questo tipo diciamo che sono un poco come le previsioni metereologiche.
Valide a breve, non attendibili nel medio termine.
Con un’inflazione rampante cala il potere di acquisto delle persone e delle famiglie, cala il valore reale dei risparmi accumulati con fatica, aumenta l’incertezza e la sicurezza personale e calano i consumi, cala la spesa e con questa cala anche la crescita dell’economia.
Difficile invece prevedere cosa accadrà con i prestiti e con i finanziamenti.
Potrebbero aumentare se il consumatore decide che è meglio acquistare oggi ad un prezzo più basso prima che quanto si vuole comprare aumenti ulteriormente.
O potrebbero diminuire se tutta questa incerta situazione economica abbatte sia il morale che la voglia di rischiare e si decide di seguire un comportamento il più prudente possibile.
Presto sapremo.
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